La telemedicina non nasce oggi, ma la sua applicazione è ancora agli inizi. In questo articolo ne raccontiamo le origini, le tipologie e il promettente sbocco nel campo dell’oftalmologia.

Per capire cosa si intende per telemedicina, che letteralmente significa “curare da lontano”, dobbiamo partire dalla sua definizione. Anzi, dalle sue definizioni, che si sono perfezionate e ampliate nel tempo.

Telemedicina: di cosa si tratta

 Il primo a parlare di telemedicina fu lo statunitense Thomas Bird, che coniò il termine negli anni ‘70 per indicare: “La pratica della medicina senza l’usuale confronto fisico tra medico e paziente, utilizzando un sistema di comunicazione interattivo e multimediale.”

Fu la scoperta delle onde radio, che nel 1909 valse il Nobel per la fisica a Guglielmo Marconi e all’umanità la possibilità di comunicare senza fili da ogni parte del globo, a rendere possibile anche la telemedicina. Ma se inizialmente (tra gli anni ‘20 e i ‘50) questa modalità di erogazione delle cure si limitò alla trasmissione di elettrocardiogrammi e altri referti diagnostici via telefono tra un ospedale e l’altro, e negli anni ‘60 la NASA sfruttò la telecomunicazione per monitorare i parametri vitali degli astronauti in missione nello spazio, fu l’avvento di Internet che mise il turbo alla telemedicina e ne globalizzò l’utilizzo. 

La Commissione europea, oggi, la spiega così: “La telemedicina è l’integrazione, monitoraggio e gestione dei pazienti, nonché l’educazione dei pazienti e del personale, usando sistemi che consentano un pronto accesso alla consulenza di esperti e alle informazioni del paziente, indipendentemente da dove il paziente o le informazioni risiedano.”

Infine, l’OMS definisce la telemedicina (telemedicine o telehealth), in modo articolato e preciso, quale: “Erogazione di servizi di cura e assistenza, in situazioni in cui la distanza è un fattore critico, da parte di qualsiasi operatore sanitario attraverso l’impiego delle tecnologie informatiche e della comunicazione per lo scambio di informazioni utili alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione di malattie e traumi, alla ricerca e alla valutazione continua del personale sanitario, nell’interesse della salute dell’individuo e della comunità.” 

I requisiti della telemedicina

Nella telemedicina, più di quanto accada nell’approccio tradizionale in presenza, è centrale il coinvolgimento del paziente, che diventa protagonista del suo percorso di cura dovendo interagire attivamente da remoto, e non limitarsi a subire l’intervento medico. 

La telemedicina prevede pertanto una formazione digitale adeguata sia da parte di chi somministra la cura sia di chi la riceve. 

Tipologie di telemedicina

La tecnologia di cui si avvale oggi la telemedicina, che definiamo digitale perché la comunicazione tra devices avviene tramite tastiere e schermi touch, è straordinaria. Piattaforme interattive, app scaricabili su smartphone e tablet, tools e visori per la realtà virtuale e aumentata, sensori digitali da indossare: sono solo alcuni degli strumenti informatici a disposizione della pratica medica e della ricerca scientifica. 

Ma quali sono le declinazioni della telemedicina? Cosa è possibile fare, da remoto e online, per la diagnosi, la cura, l’assistenza, il monitoraggio, la ricerca e la condivisione dei dati in ambito sanitario? 

La telemedicina di tipo specialistico può offrire molti tipi di prestazione, tra cui:

  • Televisita: “Atto sanitario in cui il medico interagisce a distanza con il paziente” (Definizione ufficiale secondo le linee guida del Ministero della Salute)
  • Teleconsulto: “Indicazione di diagnosi e/o di scelta di una terapia senza la presenza fisica del paziente”. Prevede infatti il confronto tra specialisti in merito ad uno specifico caso 
  • Teleassistenza: siamo nel servizio pubblico, e in questo caso l’utenza da supportare è costituita della popolazione anziana e fragile con polipatologie o patologie croniche.  L’assistenza sanitaria continua può essere erogata a domicilio, attraverso appositi devices in collegamento con un Centro servizi che garantisca interventi d’emergenza
  • Teleanalisi: possibilità per lo specialista di consultare i referti di laboratorio o gli esiti di test ed esami di imaging di un paziente trasmessi per via telematica da parte del laboratorio o dal centro in cui l’esame è stato materialmente effettuato

La telemedicina al servizio dell’oftalmologia

L’oftalmologia è una delle discipline specialistiche della medicina che maggiormente può trarre beneficio dall’applicazione della tecnologia informatica e digitale. La vista, infatti, è un senso misurabile, e nel mondo oltre 2 miliardi di persone (stime dell’OMS) convivono con un qualche disturbo visivo

Il trend è in crescita così come in aumento sono le aspettative di vita e i problemi di salute collegati con l’invecchiamento. Ciò significa che nel prossimo futuro più persone avranno bisogno del supporto di un oculista, e dovranno essere sottoposte periodicamente a controlli ed esami dell’occhio e della vista. Per tale ragione la tele-oftalmologia è una necessaria e inevitabile evoluzione dell’oftalmologia tradizionale. 

La diagnosi precoce di molte patologie oculari con andamento lento e progressivo – come la retinopatia diabetica e le degenerazione maculare senile – rappresenterebbe la svolta, e un considerevole risparmio anche per i sistemi sanitari nazionali. 

L’accesso a controlli oculistici specialistici ad uno spettro sempre più ampio di pazienti – soprattutto coloro che abitano in centri isolati o lontani da poli ospedalieri e centri medici, o che convivano con limitazioni fisiche e disabilità – è possibile attraverso l’uso della telematica e dei supporti digitali. 

Teleconsulti, televisite e telemonitoraggi con l’erogazione di test di autovalutazione dei sintomi da parte del paziente, si attuano attraverso piattaforme interattive e app da scaricare su smartphone, ma è anche utile pensare a soluzioni ibride: ad esempio, effettuare esami strumentali di imaging come l’OCT e l’angio-OCT appoggiandosi ad ambulatori locali, farmacie o allestendo degli stand appositi. A quel punto, la trasmissione dei test agli specialisti per la diagnosi dei singoli casi avverrebbe online in tempo reale, o lieve differita. 

Un bravo oftalmologo, quindi, lo sarà in presenza, ma lo sarà altrettanto “da lontano”. 

Condizioni necessarie alla diffusione della telemedicina: riduzione del digital divide (ancora elevato, in Italia), educazione digitale e copertura informatica capillare.